"Transizione ordinata non è un inciucio". Giorgia Meloni smonta le fake news
Giorgia Meloni si è concessa qualche battuta con i cronisti all'uscita di Montecitorio, dove dal 26 settembre trascorre la maggior parte del suo tempo. Riunioni e incontri sono all'ordine del giorno per la leader di Fratelli d'Italia in vista del possibile incarico che le verrà assegnato da Sergio Mattarella per la formazione del nuovo governo. In questi giorni, Giorgia Meloni ha centellinato le parole per la stampa ma quest'oggi si è lasciata andare a qualche dichiarazione in più.
Interrogata sui prossimi passi istituzionali e sulle consultazioni al Quirinale, alla domanda se verranno fatte come gruppo unito, la leader di Fratelli d'Italia ha confermato la coesione del centrodestra: "Non ci siamo ancora interrogati su questo, ma ragionevolmente sì, lo abbiamo fatto in passato ma francamente non ne abbiamo ancora parlato". Il tempo stringe e Giorgia Meloni vorrebbe accelerare i tempi delle consultazioni vista la situazione critica: "Vediamo di capire quando sono, bisogna cercare di fare presto, ci sono troppe scadenze importanti". Giorgia Meloni ha avuto anche il tempo di smentire le fake-news: "Leggo tante cose, la Meloni è diventata draghiana. Io penso che persone normali che cercano di organizzare una transizione ordinata nel rispetto delle istituzioni facciano una cosa normale, non è che si fa un inciucio. Non capisco le ricostruzioni".Quindi, Giorgia Meloni ha affrontato anche il tema del confronto con il ministro Cingolani: "Non è questione di divergenze. C'è la questione energetica, che è quella che chiaramente per me adesso è più preoccupante. C'è il governo che sta lavorando in Europa in una trattativa molto complessa. Sul tema del price cap credo di essere stata tra i primi a sostenere che questa fosse una delle soluzioni possibili". Per questo motivo, la leader di Fratelli d'Italia ha sottolineato l'importanza del confronto con l'attuale ministro della Transizione energetica, "per sapere come stanno andando le trattative e per regolarci, eventualmente, su che cosa poi serva di quello che possiamo fare noi". Con il governo uscente "è normale che ci si parli, non c'è da questo punto di vista divergenza. La divergenza mi pare piuttosto in seno ad alcune scelte europee che si stanno consumando".