“Le informazioni - diceva il campione - devono fluire nel modo corretto. L'importante è capire la direzione che dobbiamo prendere. Quando parlo di cambiamento intendo il concetto, il coordinamento".
La reazione di Tokyo era stata pronta: al GP successivo di Barcellona era stato inviato Shinichi Kokubu, direttore dello sviluppo di Honda, per assumere la guida del progetto sopra Tetsuhiro Kuwata , general manager di HRC, e Takeo Yokoyama direttore tecnico. A loro si è unito, nei test dopo Valencia, anche Shinya Wakabayashi, direttore generale del reparto corse dell'azienda.
Kobubu, Wakabayashi e Kuwata hanno preso le redini del nuovo progetto, mentre Yokoyama ha fatto un passo di lato e potrebbe addirittura uscire nella prossima stagione.
Dopo i test di Misano svolti all'inizio di settembre, sembra si sia accelerato lo sviluppo del prototipo. Ma due mesi non sono stati sufficienti per trasferire a Valencia tutte le nuove componenti che un cambiamento radicale richiedeva: sono state testate nuove parti e la Honda ha chiesto al 93 di pazientare, di resistere fino ai test di febbraio in Malesia, dove vedeva qualcosa di più concreto. Però Marc ha reagito duramente:
"Non era previsto: mi hanno detto che in Malesia vedremo un passo in più rispetto a Valencia. Ma un passo in più non basta, ne devono fare due".
La Honda ha sbagliato di nuovo? Questo si è chiesto Casanova, e ha ragionato anche sulle reazioni di Joan Mir dopo il primo contatto con la RC 213V: Joan è costretto al silenzio fino al 31 dicembre, ma fonti anonime dentro la squadra hanno fatto trapelare che per il pilota Suzuki (fino alla fine dell'anno, appunto) il motore non sembrava così aggressivo come si aspettava, e la trazione sarebbe uno dei punti in cui c'è più da lavorare.
Il secondo tema è legato al management di Honda HRC, che negli ultimi anni è stato troppo assente di fronte al grande potere che hanno lo sponsor Repsol e tutto l'entourage spagnolo. I giapponesi devono tornare ad essere più presenti nella gestione diretta del loro investimento, che non può più essere legato solo alle sorti di Marquez, ma deve avere una visione di più lungo termine. Nella MotoGP attuale tutte le moto sulla carta sono abbastanza competitive; a fare la differenza è la messa a punto, che deve essere molto raffinata per poter ottenere il meglio dalle Michelin senza portarle ad un rapido degrado. Honda sa ancora come lavorare: deve solo mettere assieme tutti i pezzi del puzzle.